La Purezza dell’Insegnamento

Pratica senza volere perché tutto arriverà al momento giusto.

Il corpo, una cellula complessa. Questo meraviglioso contenitore. Ossa, muscoli, tendini, legamenti, derma, pelle, ipoderma, grasso, organi del golgi, organi interni, apparato respiratorio, apparato circolatorio, vie linfatiche, il cervello ecc.

Uno studio profondo, una valutazione completa, un controllo preciso. Riuscire ad osservare le differenze dei corpi, di come si muovono, di quello che hanno all’interno.

La cinesiologia studio scientifico del movimento corporeo – movimento umano, rispettando e ascoltando i recettori tendinei e muscolari; lavorando sull’ascolto del perché “non riusciamo”, parola molto usata. Del blocco che ci porta al non riuscire, che ha modificato negli anni il nostro atteggiamento e la nostra postura.

L’equilibrio interno ed esterno. Il nostro essere.
Osservare, capire, provare e creare la soluzione per le diverse patologie.
Studiare l’anamnesi, vedere i referti medici: tac, risonanze magnetiche, ecografie, radiografie ecc.

Un lungo studio che a volte si scopre con la sola osservazione e l’ascolto di chi hai davanti.

Si lavora sul corpo, dopo averlo conosciuto e rispettato. Si crea fiducia per collaborare nella più totale serenità. Rilassando il corpo e la mente è possibile abbandonarsi completamente ad un aggiustamento che potrebbe essere traumatico.

La “maestra”, intesa come tecnico della (definiamola) riabilitazione corporea; con il proprio corpo, braccia, mani, gambe, piedi, sguardo e soprattutto tocco leggero e parola, aggiusta la postura/asana controllando l’allineamento, aumentando l’apertura e l’allungamento.

Sfiora dirigendo la mano nella direzione dell’allungamento, torsione, apertura e chiusura; facendo capire da che parte bisogna dirigere la propria spinta che deve essere dolce e non a scatti.

Importantissimo correggere la postura yoga controllando il perfetto allineamento fisiologico e anatomico del corpo. Senza questo accorgimento, si rischia di aggiustare senza l’allineamento corretto utilizzando l’allineamento compensativo portando poi il corpo a seguire questa linea che, col passare del tempo, andrà a modificare la parte allungata e compensatrice del corpo. 

Un’osservazione in più va fatta al respiro. Il respiro dice come stiamo, com’è la nostra mente. Quando la nostra mente è agitata avremo un respiro veloce, corto e non controllato. Durante la pratica il respiro dovrà diventare leggero e lungo e questo si ottiene con la fiducia nella pratica, che solo la pratica ti saprà dare.

Tutto questo lo applico insegnando nelle mie classi di Ashtanga Vinyasa Yoga.

Assistere una classe di studenti non è un compito facile. Tenere d’occhio tutti i loro movimenti, controllare che gli asana siano eseguiti nella corretta forma e in ordine di sequenza. Ascoltare il respiro dei praticanti, seguire i loro movimenti per capire il loro stato d’animo e le loro difficoltà. Una pratica non è come l’altra. Uno studente non è come l’altro. Gli aggiustamenti possono essere diversi per le varie problematiche o patologie del praticante. Lo sforzo che si fa, in alcune posture per poter aiutare lo studente, è molto impegnativo e pesante soprattutto quando lo studente non ha un suo equilibrio e si appoggia completamente su chi lo aiuta.

Ascoltare gli studenti ti porta a migliorare gli aggiustamenti utilizzati per correggere le posture.

La conoscenza dell’essere intesa come persona completa, la conoscenza del corpo umano intesa come anatomia e cinesiologia. La conoscenza di voler apprendere, capire e imparare sempre da tutto e da tutti.

E dopo anni di esperienza nell’insegnamento, a volte mi trovo solo ad osservare il praticante senza toccarlo/aggiustarlo, perché capisco che in quel momento vuole solo praticare facendo uscire dal corpo quanto è imprigionato.

A volte vogliamo essere aggiustati, a volte vogliamo essere lasciati stare. A volte lo studente vuole essere aggiustato ma si decide di non farlo per la sua crescita, per il suo percorso. E’ quello che devo capire durante il mio insegnamento in Shala. A volte è più semplice fare quello che lo studente ti chiede piuttosto che il contrario. Ci sono momenti in cui la pratica deve essere libera. Il corpo e la mente devono avere la possibilità di esprimersi di liberarsi, di pensare a momenti brutti o belli, di non pensare, di piangere o ridere.

Ascoltando il tuo corpo mentre pratichi, ti darà tutte le risposte. Per questo si dice: pratica e tutto verrà o pratica senza volere perché tutto arriverà al momento giusto.